Intervista a Enrico Ferretti studente del Maestro Philipp Bayer

(17 dicembre 2012)

D: Domande
EF: Enrico Ferretti

D: Come hai incontrato Sifu Philipp Bayer?
EF: Praticavo già Wing Chun, ma sentivo delle lacune nella mia pratica. Questo da un lato mi portava a continuare ad allenare altre discipline dall’altro mi spingeva ad incontrare vari esponenti di questo sistema attraverso lezioni private, seminari e simili.
Avevo sentito parlare molto bene del Sifu Bayer; tramite Internet trovai e contattai il suo studente Stefano Lena che mi disse che da lì a poco si sarebbe tenuto un seminario con Philipp a Mestre, così andai e lo conobbi.

D: Perché decidesti di iniziare a studiare il Ving Tsun di Philipp Bayer?
EF: I motivi sono stati vari. In primo luogo l’assoluta logica del suo Ving Tsun. Al seminario erano presenti molti insegnanti di Wing Chun, alcuni con molti anni di pratica ed insegnamento, Philipp poneva semplici quesiti sul sistema e sulla pratica, nulla di particolare, domande che farebbe qualsiasi “uomo della strada”: nessuno era in grado di dare risposte coerenti e sensate alle sue domande. Mentre lui ci forniva le sue risposte ci guardavamo tra noi con evidente imbarazzo, praticamente non sapevamo nulla e molto di quello che credevamo di sapere non aveva nessuna logica. Alla fine del seminario ero allibito e disorientato, per mesi non mi sono più allenato, volevo mollare e dedicarmi ad altre discipline ma alla fine ho deciso che dovevo apprendere questo Ving Tsun, l’unico che mi aveva convinto.
In secondo luogo il livello incredibile di Philipp e, soprattutto, dei suoi allievi. Mi spiego: può capitare che una persona sia particolarmente dotata, che addirittura supplisca con le sue capacità alle carenze del sistema; può capitare anche che abbia uno o due studenti altrettanto dotati, ma vedendo il livello medio degli studenti di Philipp ho capito che era il suo Ving Tsun a “creare” quelle capacità.
Così decisi di andare in Germania per allenarmi direttamente con lui.

D: Quali sono le caratteristiche peculiari del Ving Tsun di Philipp Bayer?
EF: Mira dritta allo scopo: il combattimento! Non si perde dietro inutili esercizi ideologici, nessuna magia, nessun segreto: lo sviluppo della massima potenza nei colpi, lo studio di una strategia logica, l’enfasi sull’uso di sacchi, colpitori vari e sullo sparring in tutte le sue forme. E’ un puro stile di pugilato dove si può usare tutto il corpo; se devo paragonarlo a qualche disciplina mi viene da pensare alla “Bare Knuckle Boxing” , la vecchia boxe occidentale a pugni nudi. Inoltre pone la giusta enfasi sullo studio delle armi del Ving Tsun.

D: Cosa intendi per “giusta enfasi” riguardo lo studio delle armi?
EF: Ci sono molti insegnanti che limitano l’uso delle armi alle sole forme e altri che addirittura le hanno eliminate completamente dal loro addestramento in quanto le considerano qualcosa di interesse meramente storico o folkloristico. Questa idea è tanto diffusa quanto errata e spesso nasconde solo l’ignoranza di chi la porta avanti. Nel Ving Tsun di Philipp le armi si studiano prima di tutto…per usarle. Sia il bastone che i coltelli vengono studiati attraverso le forme, con esercizi “a solo” e poi con esercizi a coppia di difficoltà via via crescente fino a vere e proprie forme di sparring.
Inoltre il loro uso migliora in modo radicale anche la parte a mani nude. Il bastone, ad esempio, incrementa enormemente la potenza e la precisione dei pugni, la forza generale del corpo, il tempismo, il senso della distanza e il footwork. Come dice Philipp: “se vuoi vedere se qualcuno conosce davvero il Ving Tsun, chiedigli di mostrarti come usa il bastone”.

D: Cosa pensi, allora, della teoria che vorrebbe le armi della disciplina incorporate nel sistema grazie a “scambi” con altri stili di Kung Fu?
EF: Posso solo assicurare che tutti i principi nell’uso armi sono puro Ving Tsun, ad eccezione del footwork nei coltelli, ma solo perché usando delle armi da taglio si deve adottare una strategia diversa, ovviamente. Se le armi come “strumenti” possono provenire da altre discipline, il modo come le usiamo è Ving Tsun al 100%.

D: Prima hai menzionato anche l’uso dei sacchi e lo sparring, che ruolo hanno nel Ving Tsun di Bayer?
EF: Direi un ruolo centrale, come in ogni pugilato. I vari sacchi e colpitori servono per il feedback sulla struttura, sull’impulso nervoso e sulla muscolatura. Lo sparring è lo strumento di verifica per eccellenza.

D: Ed il “Chi Sao”?
EF: E’ il principale esercizio con il partner, quello che sviluppa tutte le caratteristiche peculiari del Ving Tsun come l’uso del gomito, la velocità iniziale del pugno, la reattività tipica dello stile, ecc. Ma tutti questi risultati possono essere conseguiti solo se il Chi Sao è eseguito correttamente, si tratta di una collaborazione e non di una competizione tra i due partner: non a caso ho usato il termine “esercizio”. Poi il tutto si deve vedere in combattimento, altrimenti si rimane nel campo del teorico….

D: Pensi che il Ving Tsun di Bayer sia quello che più si avvicini a quello di Yip Man e Wong Shun Leung?
EF: Sono una persona pragmatica, quindi non mi pongo il problema.
Il Ving Tsun non è una teoria o una religione. Deve sviluppare delle qualità che servono per combattere, queste o ci sono (e si vedono) o non ci sono, punto. Il Ving Tsun di Philipp secondo me lo fa nel migliore dei modi ma se trovassi di meglio non avrei problemi a cambiare. Tutto il resto sono chiacchiere.

D: Non ami le “chiacchiere”?
EF: No, anzi. Credo possano essere utili per scambiarsi informazioni, condividere ed essere aggiornati su cosa succede in giro, ormai viviamo nel “villaggio globale”. Ma per quel che ho visto nel mondo marziale si parla troppo e a sproposito, i praticanti non condividono ma litigano su cose di poco conto. Chissà perché, però, non ho mai sentito pugili litigare sulla paternità del diretto o sull’originalità del gancio di Cassius Clay (…ride…).

D: Vero, il mondo del Wing Chun si caratterizza per una certa “litigiosità”: continue accuse e una certa disistima tra le varie scuole/lineages, come mai secondo te?
EF: Forse per motivi di business, ma più probabilmente perché si indicano con lo stesso nome discipline completamente differenti, che non hanno nulla in comune tra loro e che quindi considerano le altre “sbagliate”. Personalmente, comunque, ho amici che praticano di tutto, credo che tra persone oneste e sincere si trovi sempre un modo per andare d’accordo.

D: E perché, secondo te, ci sono differenze sostanziali nella pratica anche tra studenti dello stesso maestro?
EF: Bhè..a scuola nella mia classe avevamo tutti lo stesso professore di matematica, eppure qualcuno era bravissimo nella materia ed altri no. Dipende dalle qualità personali dello studente, dalla capacità di comprensione, dall’impegno, dalla costanza e, soprattutto, dall’intelligenza dello stesso. Senza contare chi si proclama studente di un maestro, ad esempio, solo per averlo incontrato a qualche seminario o per aver frequentato la sua palestra a tempo perso. Differenze nei dettagli sono comprensibili, ma quando sono i concetti base ad essere stravolti c’è di sicuro qualcosa che non va.

D: Cosa pensi delle M.M.A.?
EF: Seguo con passione ogni sport da combattimento e ho diversi amici praticanti, le M.M.A. non fanno eccezione.

D: Come giudichi l’idea di creare gare ed un regolamento sportivo per il Wing Chun?
EF: Esistono già sport da combattimento di tutti i generi, a cosa servirebbe un altro? Se un praticante vuole competere può farlo tranquillamente in una delle modalità sportive già esistenti. E se proprio è incontentabile può sempre andare in giro a sfidare chi vuole ad un bel “Beimo” vecchio stile nel vicolo dietro la palestra (…ride…).

D: Ora ti farò alcune riguardanti te e il Ving Tsun in generale, rispondi in modo sintetico ad ognuna di esse:
D: Sei il rappresentante di Philipp Bayer in Italia?
EF: No. Philipp non ha rappresentanti in nessun paese, solo allievi ed amici.

D: Qual è il tuo grado nel Ving Tsun?
EF: Perito commerciale, voto 50/60.

D: Qual è la tecnica più importante nel Ving Tsun?
EF: il pugno diretto.

D: Quanti tipi di pugno ci sono nel Ving Tsun?
EF: Uno: quello che colpisce l’avversario.

D: E’ vero che sostenete che il Tan Sao non è una parata?
EF: Il Tan Sao indica solo una posizione dell’arto, non serve a parare, ma se vuoi usare il braccio messo in un determinato modo per bloccare un attacco nessuno te lo vieta. Una volta io ho deviato un pugno solo alzando una spalla, però non vado dicendo che esiste la tecnica della “scrollata di spalla”.

D: Ma il Tan Sao come parata è patrimonio comune a tutti i lineage!
EF: Non so che dirti… Mi limito ad osservare che primo luogo il Ving Tsun “ragiona” per principi, quindi dire che un movimento o una tecnica sono “X” e basta non è corretto. Poi guarda come viene eseguito il Tan Sao nella Siu Lim Tao di Yip Man e Wong Shun Leung e dimmi se quel movimento della forma, sulla linea centrale ed in avanti, può essere una parata.

D: Ed il “Kwan Sao” è una parata?
EF: Se ti senti fortunato…

D:Come va eseguito il “Chi Sao” per sviluppare la giusta sensibilità delle braccia?
EF: Il “Chi Sao” serve a molte cose, come ho già detto, ma di sicuro non a sviluppare la sensibilità degli arti.

D: I concetti principali riguardo l’ “uomo di legno”.
EF: Ti dico la cosa più importante da sapere: non rappresenta un uomo con braccia e gambe sul quale “applicare” i movimenti della forma o altre “tecniche”.

D: Interessante… a cosa serve la “Yee Gee Kim Yum Ma” , la posizione base?
EF: Abituare piedi e gambe alla giusta postura per supportare il pugno.

D: Il “Chi Gerk” allena la stabilità e sensibilità delle gambe?
EF: No… e non lo facciamo stando con una gamba “attaccata” a quella del compagno, se può interessarti.

D: C’è la lotta a terra nel Ving Tsun ?
EF: No.

D: Sarebbe bene integrare il Ving Tsun con uno stile di lotta?
EF: Volendo si può fare tutto. Se avessi tempo io farei un sacco di cose oltre al Ving Tsun.

D: I concetti più importanti del Ving Tsun.
EF: Forza nel colpo; Pronti a colpire; Equilibrio; Strategia; Occasione; Autocorrezione.
Per spiegare singolarmente ognuno di questi punti occorrerebbe tempo, quindi per favore prendili così per ora…

D: Cosa auspichi per il futuro del Ving Tsun ?
EF: Che Philipp Bayer sia immortale.