Wong Shun Leung: il Wing Chun personificato (David Peterson)

(pubblicato prima che Si Fu Wong morisse)

Addestrato dal Gran Maestro Yip Man, insegnante del grande Bruce Lee, Wong Shun Leung è forse più noto come l’uomo del Wing Chun…

Il Maestro di Wing Chun, Wong Shun Leung di Hong Kong, è stato denominato in molti modi nel mondo delle arti marziali. Una rivista britannica, lo ha definito: “…il divulgatore e il maestro di Wing Chun per eccellenza”; Jesse Glover, il primo allievo americano di Bruce Lee, ha scritto nel suo libro Kung Fu non classico: Bruce Lee racconta che Wong Shun Leung è uno degli insegnanti di Wing Chun più grandi al mondo; Bey Logan, redattore di “Kombat” una rivista di arti marziali britannica: “Wong Shun Leung e molto più importante come maestro di Wing Chun e divulgatore della propria arte, che semplicemente come istruttore del famoso Bruce Lee,…si merita di meglio di essere l’ombra di qualcuno”; l’americana rivista “Cintura nera” semplicemente lo ha definito: “…un fenomeno del Wing Chun”.
In qualsiasi senso lo si definisca, non si può negare che Wong Shun Leung sia probabilmente il rappresentante vivente più grande della dinamica arte di lotta cinese “Wing Chun”, l’uomo che cominciò il Wing Chun negli anni ‘50, e che tra il ‘50/’60 si dedicò nei combattimenti di sfida contro i rappresentanti di tutte le arti principali di combattimento in Hong Kong. E’ colui che può giustamente sostenere di essere l’insegnante di Bruce Lee, e di aver influenzato lo sviluppo dell’arte personale di combattimento di Lee il “Jeet Kune Do”. Tutta via il suo ego è tale, che Wong Shun Leung preferisce essere conosciuto semplicemente come “insegnante”, e rifiuta appellativi come “Si Fu”, “maestro” o “Gran Maestro”, termini che crede siano senza valore perché, negli ultimi anni, sono stati abusati in modo spropositato.

Si Fu Wong scherza con un Buddha

Si Fu Wong scherza con un Buddha

Si Fu Wong, nel suo modo tipico di essere semplice, fa trasparire la sua immagine di “mortale” dichiarando: ” non posso combattere molto bene, e il mio “kung fu” non è molto buono”. Diniega le dichiarazioni dei così detti “Maestri” che sostengono di essere figli del tale “Grand Master” o di conoscere ogni “movimento mortale” della propria arte. A suo parere è molto più importante esercitarsi duramente,solo così “ci si trasforma in un Maestro dell’arte e non il relativo schiavo”. Per Wong non fa differenza quanto anziani siete nel sistema, ma quanto abili siete. Egli considera il Wing Chun un’abilità, non un arte.
Nel confrontare le abilità e l’arte, Sifu Wong disse: “…se A e B lottano insieme, e B viene battuto, tutti sanno che A ha vinto, quindi c’è un vincitore ed un vinto. Tuttavia, nella musica può piacere o no qualcuno che suona la chitarra. Poiché è un arte, non potete dimostrare che uno che suona musica, è migliore di un altro. Tuttavia nel Kung Fu potete dimostrare la vostra abilità, in modo tale da non lasciare il dubbio! Cioè, c’e differenza … in altre arti, la bellezza può essere nell’occhio di chi guarda, ma nelle arti marziali, l’unico giudizio è se funziona o non funziona!”. Sifu Wong sostiene questa tesi forte del metodo di valutazione del suo sistema, ma soprattutto dell’esperienza nel combattimento.

Wong Shun Leung ha cominciato il suo addestramento nelle arti marziali prima degli anni dell’adolescenza. Ha provato parecchi stili, compreso la boxe occidentale, in cui ha sviluppato un interesse reale, un interesse che ha ancora oggi. Sifu Wong considera il pugilato molto importante, perché il boxer impara a colpire con i pugni concentrandosi sull’attacco, senza inseguire le mani dell’avversario, come molti “stili classici” fanno. Probabilmente ora starebbe ancora praticando se non fosse stato per due avvenimenti particolari, che hanno cambiato una volta per tutte il suo metodo al combattimento.
Prima di tutto un incidente in palestra: un pomeriggio mentre faceva sparring con il suo istruttore di boxe, Wong accidentalmente lo atterrò con un colpo alla faccia, l’insegnante in collera, cominciò a colpire Wong con violenza fino a fargli fuoriuscire sangue dal naso e dalla bocca. Wong riuscì a battere finalmente il suo insegnante con un colpo che lo scaraventò fuori della palestra. Dopo questo evento, Wong perse tutto il rispetto per il suo istruttore di boxe e non tornò mai più a fare un’altra lezione.
Il padre ed il nonno di Wong Shun Leung,erano stati entrambi medici della medicina tradizionale cinese, ed erano a contatto con i membri delle comunità di arti marziali di Hong Kong. Wong fin da giovane sentiva quindi i racconti delle imprese dei vari eroi locali. Suo nonno era stato un buon amico di Chan Wah Shun, (il primo insegnante di Wing Chun di Yip Man). Wong, quindi era informato sull’arte del “cambia valute Chan” di Fatshan e ricordandosi delle storie di “Chan” e del suo insegnante Leung Jan (il celebre erborista) del diciannovesimo secolo, rinomato per le sue abilità nel combattimento e soprannominato “il re del Wing Chun”. Egli decise di cercare un insegnante di Wing Chun, per vedere cosa il sistema aveva da offrirgli. Inoltre degli amici di suo fratello più anziano che già praticavano Wing Chun, lo invitarono a seguire un allenamento. A farla breve, Wong ebbe un incontro con l’uomo che sarebbe poi diventato il suo insegnante, il Gran Maestro Yip Man. Costui invitò il giovane a confrontarsi con un paio di allievi minori della scuola, che batterono con facilità Wong. Da quel momento in avanti, Wong Shun Leung fu un devoto membro del clan del Wing Chun, e in un anno elevò le sue doti nel combattimento, e riuscì a trasformare il Wing Chun, un’arte marziale del sud virtualmente sconosciuta, in una forza reale e stimata da tutti.
Ora ha 55 anni e Wong Shun Leung pratica il Wing Chun da 38 anni costantemente, lavorando e sviluppando l’abilità del sistema che tramanda a migliaia di allievi. Attualmente passa tre mesi l’anno viaggiando in vari paesi al mondo, spargendo la sua interpretazione del Wing Chun in modo onesto, efficace e realistico. Si fu Wong è un realista quando deve combattere, raccomanda hai suoi allievi che le arti marziali non sono invincibili, e che a volte la soluzione migliore, quando siete circondati dai furfanti è… scappare via! “Siete sciocchi”, sostiene, “se credete che l’addestramento nelle arti marziali vi permetta di affrontare un gruppo di nemici, senza alzare una goccia di sudore”. “Se qualcuno si esercita nelle arti marziali,” dice Wong, “allora quella persona deve diventare più forte e più preparata di qualcuno che non si sia mai esercitata. Così, se siete colpiti, potete prendere più pugni di una persona normale”.
“Sono stato colpito molte volte, come tutti i grandi artisti marziali che conosco. Non siamo Superman, ma possiamo essere preparati a ricevere i colpi. Tutti i marzialisti che sostengono di non prendono un solo colpo, stanno mentendo a loro stessi!”

Si Fu Wong in Jik Gerk

Si Fu Wong in Jik Gerk

Per lui combattere è come il gioco degli scacchi: poiché non si può pensare di vincere al gioco degli scacchi senza prima sacrificare una o più pedoni, nello stesso modo non si può pensare di essere vittoriosi in un combattimento senza sostenere un certo numero di ferite, anche se sono soltanto contusioni. Infatti sono molte cicatrici sul corpo e alle articolazioni, quelle da lama sul braccio e sulla fronte a testimoniare la sua esperienza. Del combattimento, Wong Shun Leung potrebbe raccontare molto, ma la sua modestia tende a non parlarne mai delle esperienze della sua carriera di combattente nelle arti marziali. Tuttavia, è un fatto ben noto a Hong Kong, che Si fu Wong, in gioventù, (tra i diciotto e i ventiquattro anni circa), partecipò a innumerevoli sfide (chiamati in cantonese “Bei Mo”) contro i combattenti di ogni stile di arte marziale della colonia Inglese. Bruce Lee attribuì a Wong centinaia di vittorie, ma le valutazioni più rigide suggeriscono qualcosa come circa una sessantina di incontri, con Wong che emerge sempre come il vincitore. Un giornalista di Hong Kong (che ora risiede in Australia), che scriveva su delle riviste specializzate, relazionava le imprese di Wong e organizzava gli incontri di lotta contro i non cinesi, compreso un boxer Russo di 250 libbre, chiamato Giko!

Negli articoli sulla stampa, Wong era conosciuto come “Gong sao Wong”, che significa “il Re che comunica con le mani”, Wong significa “Re”, così lo stesso suo cognome (anche se è un carattere differente), “Gong Sao” fu coniato realmente da Si Fu Wong in un’intervista di allora, ed il significato letterale è “comunicazione con le mani”, una descrizione molto adatta. Due anni fa in Australia, un giornalista lo intervistò su questi incontri di lotta, e Si fu Wong rispose dicendo: “veramente non ho imparato il Wing Chun per uscire e combattere, il Kung Fu dovrebbe realmente essere usato come mezzo di protezione, nelle circostanze dove siete minacciati fisicamente. Dopo aver appreso il Wing Chun da Yip Man, ho avuto spesso l’occasione di verificarle. Sperimentando le mie abilità posso scoprire le loro limitazioni, le confronto con altre discipline in modo da migliorarmi. Dopo questi esperimenti ho constatato che è necessario contare di meno sulle tecniche di lotta, ma molto di più sull’autocontrollo per il successo del combattimento.”
Durante questo periodo di sperimentazione sulla lotta, Wong introdusse Bruce Lee nei combattimenti. Alla prima sfida Wong lo istruì e lo affiancò come un “secondo”, lo incitava a continuare quando sembrava che potesse cadere giù. Il risultato fu una vittoria che probabilmente ha cambiato il corso della vita di Lee e certamente ha avuto inizio lo sviluppo della “Superstar delle arti marziali” che successivamente tutti hanno conosciuto.
Grandmaster Yip Man, sentendo parlare dell’evento, disse a Wong, “fortunatamente lo avete accompagnato alla sede della riunione e gli avete consigliato di accettare il combattimento, questa prova di abilità marziale, può essere un’influenza decisiva su di lui in avvenire. Se qualche giorno Bruce Lee riuscirà, il merito legittimo andrà a voi”.
Nella discussione della vita di Bruce Lee di questo periodo, Jesse Glover scrisse: “Wong era maggiore di quattro anni a Bruce, nel clan di Yip man, Bruce studiò privatamente per un anno e mezzo sotto entrambi sia Yip man che Wong”… “Wong in quel periodo era il maggiore responsabile dello sviluppo di Bruce Lee”. Inoltre Glove sostenne: “nel ‘59 Bruce mi disse che Wong fosse il combattente più grande nello stile del Wing Chun e che aveva sconfitto con successo tutti gli sfidanti”.

Si Fu Wong sul set con Bruce Lee

Si Fu Wong sul set con Bruce Lee

Wong Shun Leung è un combattente molto dotato e un insegnante eccellente, oltre ad un medico della medicina cinese tradizionale e un calligrafo autodidatta la scrittura è notevolmente stimata da coloro che apprezzano tale talento. Gli piace leggere la poesia cinese classica, mangiare “la cucina” raffinata, gustare un bicchiere di buon “Brandy” con gli amici ricordando gli aneddoti e gli scherzi divertenti con i suoi allievi. Bey Logan in un suo articolo riportò: ” Bruce Lee riferendosi al suo insegnante scrisse “la prima cosa che notate quando lo osservate è la normalità, e troppo basso e troppo amichevole per essere il leggendario Wong Shun Leung, è soltanto quando si muove, o quando vi guarda che rivela la natura e la padronanza che ha acquistato con la disciplina. Dopo, ti sorprendi dal suo acuto senso del umor””. Molti occidentali, sembrano dell’idea che un “Si Fu” deve essere un uomo molto anziano e molto solenne. Non è un Maestro stereotipato, la figura di Wong Shun Leung, è molto divertente, amichevole e avvicinabile. Si fu Wong è in primo luogo un esponente ed un insegnante di “kung fu”, con l’idea che il combattimento sia in funzione dello sviluppo interiore e dell’efficacia. E’ un allievo del Gran Maestro Yip Man, e anziché uscire ed aprire la propria scuola, Wong fu vicino al suo insegnante fino alla sua morte, per apprendere tutto ciò che poteva offrire, il risultato è purtroppo che molti altri pretendono di avere il “trono” del successore del capo del clan del Wing Chun. Wong potrebbe facilmente sostenere di essere il legittimo successore del sistema, invece si dedica semplicemente all’insegnamento, sta al di fuori delle questioni politiche, lascia che le sue abilità e la sua esperienza parlino per se stesso.
A proposito di difesa personale, Wong dice, “se imparate il Kung Fu, il vostro scopo è combattere. Se non potete combattere e vincere, come potete difendervi? Di conseguenza, se desiderate difendervi, vi dovete addestrare fino a che non siate in grado di sottomettere altri”.
In un articolo comparso sulla rivista Cintura Nera, Wong disse, “il Wing Chun Kung Fu è un’arma molto specializzata…E’ una scienza del combattimento, la cui intenzione è di creare l’incapacità totale di un avversario. E’ diretto, efficiente e mortale. Se state valutando di imparare la difesa personale, non studiate il Wing Chun. Per voi sarebbe meglio acquisire padronanza dell’arte dell’invisibilità”.
Effettivamente sono delle opinioni forti, ma Wong Shun Leung le sostiene sulla base della sua lunga esperienza, e ciò può essere descritto soltanto come combattimento reale.
Considera molte delle arti marziali moderne praticate come poco più di giochi, anche se si rende conto che i giorni della lotta di sfida sono passati, considerandone la loro fine con tristezza. Egli non è fautore della violenza, ma ritiene che all’odierna generazione di artisti marziali che manchi l’addestramento realistico.Considera infatti le varie esercitazioni come comuni “sparring” per la maggior parte degli stili, e li giudica come un inverosimile sostituto della realtà del combattimento della vita.

Si Fu Wong in Jik Kuen

Si Fu Wong in Jik Kuen

Sifu Wong avverte costantemente i suoi allievi contro i pericoli di seguire ciecamente l’istruttore, copiare ogni suo movimento o accettare tutto ciò che dice come “sacrosanto”. “Dovete trasformarvi in Maestri del vostro sistema, non il suo relativo Schiavo” è un motto che spesso ripete.
Usando ancora una volta come esempio l’arte, Si fu Wong dice: “…il Kung Fu è come la pittura di un dipinto, quando imparate a dipingere dal vostro insegnante, non potete essere esattamente come lui o lei, perché ci sono differenze nell’età e nell’esperienza e così ci devono essere delle differenze personali. La natura e la costituzione fisica, influenzano il senso in cui uno fa le cose. Inoltre, se fate esattamente ciò che fa il vostro insegnante, come la sua esatta copia, non esprimendovi non migliorate”. Non sta suggerendo con queste parole che l’allievo di Wing Chun dovrebbe uscire ed inventare il suo senso di fare le cose, al contrario, Si Fu Wong crede che nel costante tramandare e nell’esercitare le abilità del Wing Chun, lo si faccia esattamente come egli stesso le ha imparate. Tuttavia, accetta il fatto che ciascuno è diverso, che esistono livelli differenti di abilità, e adotta quindi il metodo più realistico per tramandare l’essenza del Wing Chun sotto forma di concetti relativi e principi di base che gli allievi sono liberi di interpretare ed utilizzare nel loro proprio senso particolare.
Inoltre Wong ama smontare i molti miti che vengono protetti da diverse arti marziali, leggende che danno alle arti marziali un effetto negativo e riducono la loro credibilità: “gli artisti marziali non sono persone che imparano i poteri magici, trasformandosi in monaci mistici come vengono ritratti nei film” sostiene.
Molti stili di Kung Fu vivono sulle leggende del passato e sostengono di avere un certo livello segreto da raggiungere. Wong cita infatti un esempio di quando era più giovane e venne coinvolto in una lotta tra un suo amico e un altro uomo. Sconfitto l’avversario, stava per lasciare la scena, quando l’uomo disteso a terra, disse ad alta voce : “hey…non andartene! Ti ho gia dato il “Dim Mak” (tocco della morte). Sei condannato!”. Wong allora aggiunse, “era circa trentacinque anni fa ed il Dim Mak non ha ancora funzionato…” una volta, un giornalista di una rivista australiana, gli chiese dell’esistenza o no delle tecniche del Dim Mak nel Wing Chun. Si Fu Wong rispose scherzosamente: “potresti ucciderti se ti tocchi”, e con un tono più serio: “inoltre se una persona si muove velocemente, è quasi impossibile da toccare in alcune piccole zone con tale precisione.”
Wong Shun Leung è effettivamente una razza rara di uomo. Non prova a sfruttare la sua reputazione come uno degli “streetfighters” più ardui di Hong Kong, nè la sua influenza sulla carriera marziale di Bruce Lee. Non gira dicendo a tutti quanto è bravo, né denigra gli altri istruttori e stili. Malgrado la sua abilità evidente, non è un uomo pretenzioso e la sua scuola in Hong Kong è piccola ed umile, non ha tutte le comodità della maggior parte delle scuole occidentali, ha solo un eccellente Maestro, che possiede tutte le qualità che uno potrebbe mai sperare di trovare dentro un solo insegnante.
Ha dedicato la sua vita a capire ed a sviluppare il Wing Chun divulgandolo dappertutto, dall’Asia all’Europa, dall’Australia all’America, facendo sorgere scuole ovunque andasse, ha istruito chiunque avesse voglia di ascoltarlo, indipendentemente dal colore della pelle, la sua dottrina religiosa e la sua via marziale.
Si Fu Wong è il nemico di tutti coloro che fanno falsa propaganda sul Kung Fu ed è l’amico di quelli che cercano la verità sulle arti da combattimento e lo sviluppo di se stessi. E’ stato descritto come: “…un esempio di un uomo che si è trasformato nella sua arte e viceversa”. Ha cominciato come un combattente dotato, ha studiato sia le funzioni fisiche che mentali del Wing Chun, ed infine si è “trasformato” nello spirito del Wing Chun”.
“E’ un uomo dimesso, ma molto franco quando parla. Ha imparato a capire le sue limitazioni e quindi quelle degli altri. La sua filosofia è senza abbellimenti, come una vecchia spada, che inizialmente non sembra pericolosa, fino a quando non hai assaggiato il suo “filo”.”

Si Fu Wong Shun Leung è il Wing Chun personificato, un esempio vivente di che cosa può essere realizzato da chiunque voglia dedicare tutte le proprie energie nel capire e praticare. Il fatto che rifiuti di accettare tale elogio, gli rende merito. Ha raggiunto il suo livello con una semplice filosofia; Wong dice: “migliorarsi ogni giorno con l’addestramento”.